Categoria: Titoli di Stato
Draghi prepara nuovi stimoli: ripresa del Qe e taglio dei tassi
Mario Draghi ribadisce e rafforza: la Bce è pronta a intervenire con tutti gli strumenti a sua disposizione se l’inflazione resterà al di sotto degli obiettivi. Strumenti che includono nuovi acquisti di titoli di Stato, finanziamenti a basso costo alle banche e persino un taglio dei tassi di interesse.
«Il programma di acquisto di asset ha ancora uno spazio considerevole», ha detto il presidente della Bce a Sintra in Portogallo. «Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione». «In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo», ha aggiunto Draghi nel suo discorso.
Mini-bot
Pagare i debiti commerciali della Pubblica amministrazione anche attraverso l’emissione di titoli di Stato di piccolo taglio (i cosiddetti “mini-bot”).
Ii mini-bot infatti sono un vecchio cavallo di battaglia di Claudio Borghi, principale consigliere economico della Lega, che li ha sempre descritti come lo strumento da usare per prepararsi all’uscita dall’euro.
I mini-bot, come ha più volte spiegato in passato Borghi, sono dei BOT di piccolo taglio: equivalenti a 5, 10, 20, 50, 100 euro. Nell’idea della Lega, sarebbero stampati fisicamente su delle specie di banconote colorate, in modo da renderli equivalenti alla valuta corrente: ed è proprio qui il punto.
Bene la tesi molto chiara di Via Nazionale, condivisa con la Bce, è la seguente: il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea stabiliscono che «le banconote e le monete metalliche in euro sono le uniche con corso legale nell’unione monetaria»
Ecco il punto fondamentale che è strettamente connesso alla reputazione: è la fiducia dei mercati, degli investitori, dei partner internazionali
che mette in moto quel preziosissimo circuito virtuoso che consente al nostro paese di finanziare il proprio debito
sul mercato a tassi “normali”. Con ciò rendendo meno oneroso il pagamento degli interessi (che ora ammontano attorno ai 65 miliardi l’anno)
e aprendo così la strada a una gestione della finanza pubblica che crei spazi agli investimenti e alla riduzione delle tasse.
Le scorciatoie (i mini-bot lo sono) rischiano di essere molto pericolose.
Quindi cautela perché la fiducia è un bene primario e i segnali che giungono dai mercati non vanno sottovalutati,
con lo spread di nuovo pericolosamente nei dintorni dei 300 punti base e con il rendimento dei titoli quinquennali greci collocati venerdì scorso
per la prima volta dal marzo 2008 a tassi di interesse dell’1,7% contro l’1,82% dei quinquennali italiani.
Il che in sostanza vuol dire che il “rischio Italia” è percepito in questo momento come più alto di quello greco.
Per questo motivo la proposta dei mini-bot non potrà avere (si spera) alcun futuro.