Rebus debito Usa

Quest’anno il Tesoro americano dovrà emettere, per finanziare la campagna di aiuti e di investimenti pubblici, ben 2.500 miliardi di dollari di titoli di Stato. Se gli acquisti mensili rimangono gli stessi del 2020 la Federal Reserve quest’anno ne acquisterà meno della metà!

Mentre in Europa la Bce accelera il passo degli acquisti, negli Stati Uniti si creerà dunque un potenziale squilibrio tra domanda e offerta.

È anche questo che sta facendo salire i rendimenti dei titoli di Stato Usa, passati da 0,91% a inizio anno fino a 1,74%.

Se la Fed non intende aumentare i suoi acquisti, chi comprerà questa montagna di bond in emissione? Fino a dove dovranno arrivare i rendimenti dei Treasuries per attirare gli investitori? E soprattutto: che impatto avrà questo sui mercati finanziari?

Il mondo sommerso da un mare di debiti

Nel terzo trimestre del 2019 il debito globale ha raggiunto i massimi storici

Tassi bassi e “credito facile” la prima causa.

Il debito globale aggiorna i livelli monstre in cui viaggia ormai da tempo. Siamo a 253mila miliardi di dollari, il 322% del Pil. Tanto in valori assoluti, quanto nel rapporto con il reddito mondiale, si tratta dei massimi di tutti i tempi.

Tassi negativi, le (scarse) alternative ai soldi sotto il materasso

Come impiegare la liquidità in eccesso sul conto

Tenere la liquidità sul conto corrente non è più una decisione di investimento bensì una scelta tattica.

Gli Etf, i fondi monetari e gli obbligazionari a breve termine non risolvono il problema dei rendimenti sottozero: questo perché i titoli sottostanti come i BoT a un anno per esempio, hanno tassi negativi. Per evitare che le somme investite diminuiscano anziché aumentare bisogna sperare che i tassi scendano ancora di più, così da far salire i prezzi e ci sia un guadagno in conto capitale. Una possibile soluzione è allungare la durata dell’investimento oppure aumentare il rischio e spostarsi su altri prodotti.

I conti correnti a tassi negativi? Realtà in Europa, non in Italia

Cresce il numero di istituti continentali che applicano interessi sotto zero per le giacenze di grande importo della clientela. Svizzera e Germania sono in prima fila.

Tassi negativi applicati anche ai conti corrente dei clienti.

La «tassa» sui depositi, anche se limitata alle giacenze particolarmente elevate, è già realtà in terra Svizzera e Danimarca (dove i tassi sono ancora più bassi rispetto all’Eurozona) ed è anche diffusa in diverse realtà regionali tedesche. Più difficile invece vederla applicata in Italia, almeno nel breve termine.

In cosa investire nell’era dei tassi negativi

Avere ritorni interessanti negli investimenti, mantenendo un basso profilo di rischio in presenza di tassi sempre più negativi.

E’ un obiettivo temerario anche per i risparmiatori che, come quelli italiani, non vogliono da un lato sottoporre i loro patrimoni a rischi eccessivi e dall’altro neanche rinunciare a ricche cedole.

I titoli di debito a 10 anni di Austria, Francia, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Svizzera e Giappone hanno rendimenti con il segno meno. Per quanto riguarda le obbligazioni corporate del Vecchio Continente, oltre il 25% del credito investment grade ha rendimenti con segno meno. Nella zona euro dove, se non sono negativi, la maggior parte dei titoli a reddito fisso investment grade presenta attualmente un rendimento inferiore all’1%.

Gli investitori che vogliono alti rendimenti dovranno assumersi maggiori rischi o sul fronte dei tassi d’interesse o sul fronte del credito. Ma gli investitori italiani quanto sono preparati a questo cambio di passo? E soprattutto lo possono fare rispetto alla loro preparazione finanziaria. E al loro profilo Mifid?

Usa, la Fed carica il “bazooka” con 160 miliardi per dare liquidità al mercato

New York – La Federal Reserve ha deciso di ampliare gli interventi sul colossale mercato monetario americano orfano di stabilità.

La manovra della Fed vede la banche ricevere miliardi in cambio di garanzie sotto forma di titoli del Tesoro o altre securities di alta qualità.  Si tratta di fondi a brevissimo termine – tradizionalmente overnight – Questo mercato normalmente è adeguatamente “lubrificato” senza bisogno del soccorso della Fed ma di recente ha sofferto significative e pericolose strozzature.

L’helicopter money

Si fa strada lentamente un’idea davvero estrema: che prima o poi arrivi in Europa l’helicopter moneySoldi dall’elicottero. Cioè denaro Bce direttamente nelle tasche dei cittadini. Legalmente – secondo quanto risulta al Sole 24 Ore – potrebbe essere possibile.

Partiamo dalla realtà. Il mercato si aspetta che giovedì 12 settembre 2019 la Bce annunci il taglio del tasso sui depositi che le banche hanno presso la Bce stessa: da -0,40% a -0,50%. Ci si attende poi un allungamento della promessa di tassi bassi a lungo. E si punta su un nuovo Quantitative easing (Qe): cioè nuove iniezioni di liquidità Bce.

Ma sul mercato – come detto – girano nuove suggestioni. Tra le tante proposte (una anche dell’ex vicepresidente della Fed Stanley Fischer), quella più suggestiva è arrivata da Moritz Kraemer, chief economic adviser di Acreditus, in un articolo sul Financial Times: la Bce potrebbe trasferire qualcosa come 200 euro ogni mese a ogni cittadino europeo, cifra che si ridurrebbe man mano che l’inflazione sale e che si azzererebbe quando l’inflazione raggiunge il 2%. Manovra completamente fuori dagli schemi, certo, ma non esplicitamente vietata dai Trattati.

Tassi d’interesse negativi sui conti correnti: pro e contro dopo la mossa della Bce

I tassi di interesse negativi applicati dalla Banca centrale europea ai depositi degli istituti di credito sono un fardello sui conti delle banche.

Grazie ai tassi negativi, in alcuni paesi europei è possibile ottenere finanziamenti a costo zero o addirittura con un guadagno (per esempio in Danimarca). Ma c’è anche il rovescio della medaglia:  in Germania sta divampando la polemica sul trasferimento dei tassi negativi ai conti di tutti i clienti da parte delle banche (ora è possibile per i depositi sopra i 100 mila euro).

I tassi negativi potrebbero diventare un costo economico, anziché spronare investimenti e consumi, come teorizzato dall’effetto reddito e dall’effetto sostituzione. Se le banche trasferissero i tassi negativi ai clienti, i consumatori potrebbero rispondere consumando di più (effetto sostituzione) perché il contante perde valore nel tempo, un po’ come avviene con l’inflazione. Però l’erosione dei risparmi indurrebbe i consumatori a spendere meno (effetto reddito).

Titoli di Stato – Lunedì 5 agosto 2019

l’Irlanda è entrata nel gruppo di Paesi che possono vantare rendimenti negativi anche sui titoli di Stato decennali. Alla fine hanno chiuso a 0,034% (dunque poco sopra zero), ma per qualche momento sono stati in negativo.

Il Bund trentennale tedesco proprio ieri ha segnato il suo minimo storico di rendimento, a -0,066%. Mentre il decennale si è assestato sul -0,517%.

Nello stesso giorno è sprofondato sotto zero anche il rendimento dei titoli di Stato olandesi di durata trentennale.

Resta solo una nota stonata in Europa. L’Italia: i rendimenti scendono anche da noi, ma attualmente i decennali rendono ancora l’1,57%.

Il motivo di questo mondo rovesciato è legato alla politica monetaria ultra-espansiva, all’incertezza globale che favorisce gli acquisti rifugio. La Banca centrale europea dovrebbe tagliare i tassi d’interesse sui depositi (già ora sotto zero) e varare – almeno così il mercato si aspetta – un nuovo quantitative easing: cioè un nuovo programma di acquisti di titoli di Stato. Questo già da solo spinge gli investitori a comprare titoli di Stato, anche se hanno rendimenti negativi: perché – in prospettiva – i loro tassi d’interesse potrebbero scendere ulteriormente, facendo salire i prezzi.