Il rischio legato agli investimenti finanziari può essere un rischio “cattivo” oppure un rischio “buono”.
Il rischio buono è quello che consente all’investimento finanziario di avere un corretto rendimento nel tempo. Quindi è un rischio che vale la pena di assumersi. Il rischio cattivo si riconosce facilmente. Ogni investimento in un singolo titolo, di uno specifico emittente, anche quando porta un nome conosciuto è esposto al rischio di default, al rischio di fallimento, di perdita totale del capitale investito. Non vale mai la pena di assumersi questo rischio in dose tale da rendere devastante per il nostro capitale. A meno di non voler diventare imprenditori e non semplici investitori.
Se poi la sua azione cresce di prezzo, la tentazione sarà ancora più forte. Ma il rischio che ci assumiamo è intollerabile. E questo vale anche per le obbligazioni emesse da una società o da una banca. Insomma è facile: non bisogna mai investire, concentrando le risorse, nel singolo titolo azionario o obbligazionario perché è un rischio “cattivo”. Il rischio buono, invece, è quello che è legato ad investimenti in paesi, aree geografiche, un insieme di settori, dove l’investimento è molto diversificato in centinaia di titoli di emittenti diversi. È rischio buono perché non è presente il rischio di perdita del capitale investito. È rischio buono perché, nel corretto orizzonte temporale, il capitale finale sarà superiore al capitale inizialmente investito. Nel breve periodo, però, i mercati finanziari hanno il compito quotidiano di dare un prezzo ai titoli. Nel breve periodo i prezzi oscillano, cercando di orientarsi nella corretta direzione, ossia il valore dell’insieme delle iniziative economiche quotate. Quando investiamo in modo diversificato vediamo delle oscillazioni attorno ad un percorso che tende a salire. Queste oscillazioni sono il rischio che corriamo. Se il nostro orizzonte temporale di investimento è lungo, le oscillazioni negative sono compensate da quelle positive e nel tempo rimane la progressiva crescita del capitale investito. Si comprende subito perché in precedenza abbiamo ricordato quanto sia importante, cruciale, avere chiaro il nostro orizzonte temporale di investimento.
Un investimento non è una scommessa. Le scommesse possono essere vinte o perse. Ma con i nostri soldi, frutto di sacrifici e destinati ad importanti obiettivi di vita, non possiamo permetterci il lusso di giocare, non possiamo effettuare scommesse. L’investimento è dunque un’operazione, non banale, ovviamente, che DEVE essere costruita in modo che siano soddisfatti i due obiettivi essenziali: la protezione del capitale ed un soddisfacente rendimento. In un certo senso, un investitore deve vincere sempre, considerando ragionevoli obiettivi di rendimento nel tempo. Un investimento non garantisce un rendimento costante nel tempo. I mercati oscillano e dunque altrettanto farà il valore periodico di un patrimonio investito in mercati finanziari diversificati. Valutato nel corretto orizzonte temporale, però, un investimento è un percorso che porta progressivamente il capitale investito a crescere.