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Titoli di Stato – Lunedì 5 agosto 2019

l’Irlanda è entrata nel gruppo di Paesi che possono vantare rendimenti negativi anche sui titoli di Stato decennali. Alla fine hanno chiuso a 0,034% (dunque poco sopra zero), ma per qualche momento sono stati in negativo.

Il Bund trentennale tedesco proprio ieri ha segnato il suo minimo storico di rendimento, a -0,066%. Mentre il decennale si è assestato sul -0,517%.

Nello stesso giorno è sprofondato sotto zero anche il rendimento dei titoli di Stato olandesi di durata trentennale.

Resta solo una nota stonata in Europa. L’Italia: i rendimenti scendono anche da noi, ma attualmente i decennali rendono ancora l’1,57%.

Il motivo di questo mondo rovesciato è legato alla politica monetaria ultra-espansiva, all’incertezza globale che favorisce gli acquisti rifugio. La Banca centrale europea dovrebbe tagliare i tassi d’interesse sui depositi (già ora sotto zero) e varare – almeno così il mercato si aspetta – un nuovo quantitative easing: cioè un nuovo programma di acquisti di titoli di Stato. Questo già da solo spinge gli investitori a comprare titoli di Stato, anche se hanno rendimenti negativi: perché – in prospettiva – i loro tassi d’interesse potrebbero scendere ulteriormente, facendo salire i prezzi. 

Dove mettere i propri soldi?

I bond con rendimenti inferiori allo 0 valgono 13mila miliardi di dollari e sono un quinto del totale in circolazione.

Ieri il Bund a 10 anni ha toccato il minimo storico a quota -0,4% . Per trovare tassi positivi in Germania bisogna ormai spingersi sui titoli con scadenza a 20 anni.

In Francia, i tassi sono negativi fino a 10 anni. Stesso discorso per l’Austria e la Finlandia.

L’Irlanda, che un tempo veniva annoverata nell’acronimo dispregiativo dei “Pigs”, offre bond sovrani a tassi negativi fino a 9 anni.

Non lontani Portogallo e Spagna che viaggiano sottozero fino alla durata di 7 anni.

Quanto all’Italia, riceve soldi dagli investitori fino a scadenze biennali.

Tra i 19 Paesi che condividono l’euro al momento solo la Grecia non è ancora approdata nel mondo dei tassi sottozero pur potendo sfoggiare un rendimento molto basso sulla distanza a 10 anni (2%), inimmaginabile fino a qualche anno fa quando i tassi erano a doppia cifra.

In questo momento le banche pagano per parcheggiare la liquidità in eccesso presso la Bce. Mentre il tasso di riferimento (pagato dalle banche per prendere soldi a prestito dalla Bce a una settimana) è a zero.

Futuro dei mercati in mano agli assist di Fed e Bce

Gli investitori brindano a una prima metà del 2019 assolutamente da incorniciare. Tutte le asset class sono salite e quindi tutti hanno guadagnato. Azioni, obbligazioni e materie prime hanno dato ritorni mediamente positivi in una combinazione più unica che rara.

Non è casuale che tutto questo sia accaduto e il fattore scatenante tira di nuovo in ballo le banche centrali.

La dinamica probabilmente più sorprendente è quella dei bond. Sono saliti a oltre 13mila miliardi di dollari le emissioni con rendimento sotto zero e le prospettive di una normalizzazione dei tassi è tramontata dopo il cambio di rotta Fed, che in poche settimane è passata dall’ipotesi di nuovi rialzi a un taglio del costo del denaro forse già a fine luglio.

NEWS

Da inizio anno l’indice delle Borse mondiali Msci World ha registrato un rialzo di oltre il 15% ed è a un passo da rivedere i massimi storici di gennaio 2018. Eppure questa fiammata del mercato azionario non riflette un’economia particolarmente brillante. Da tempo infatti si registrano segnali di rallentamento della congiuntura: il Fmi prevede che il tasso di crescita dell’economia mondiale passi dal +3,6% del 2018 al +3,3% di quest’anno.

Se le Borse sono salite nonostante un quadro macroeconomico non proprio favorevole è perché, proprio alla luce di questi segnali, le banche centrali sono tornate a promettere stimoli monetari. Il cambio di rotta più radicale è stato quello messo in atto dalla Fed. Fino a novembre dello scorso anno la banca centrale Usa aveva messo in conto per quest’anno due rialzi dei tassi di interesse nell’ambito del suo piano di normalizzazione. Oggi il mercato sconta con una probabilità del 76% un taglio di 0,25 punti del costo del denaro, attualmente al 2,5%, al prossimo direttivo di luglio. Nuove sforbiciate sono previste nei mesi a venire.

Anche il presidente della Bce Mario Draghi ha dato il suo contributo. I mercati hanno reagito alle sue recenti dichiarazioni pronunciate a Sintra, in Portogallo, in cui Draghi ha aperto alla possibilità di ulteriori tagli del costo del denaro e, se l’inflazione dovesse restare bassa, anche a un possibile rilancio del piano di Quantitative easing.

Questo rally dei titoli di Stato ha innescato un rapido aumento del controvalore dei bond con rendimento negativo. Oggi ci sono quasi 13mila miliardi di dollari di titoli che, a scadenza, ripagano l’investitore con una cifra inferiore al capitale iniziale.

Nonostante sia sempre più difficile scovare rendimenti sul mercato dei bond i capitali continuano a defluire copiosi dai fondi azionari per riversarsi sui fondi obbligazionari e monetari. Un segnale che gli investitori, in questa fase, puntano soprattutto a preservare il patrimonio più che andare a caccia di guadagni.

Un altro segnale della forte avversione al rischio che si registra in questa fase sui mercati è rappresentato dalla performance del bene rifugio per eccellenza: l’oro. Il prezzo del metallo giallo da inizio anno è salito fino al 10%.

Libra, il tuo profilo Facebook diventa un conto corrente

Da social network a banca con una propria moneta. Libra, la criptovaluta voluta da un consorzio capeggiato dall’azienda di Zuckerberg, che sarà operativa dal prossimo anno.

Definirla una rivoluzione potrebbe sembrare riduttivo.

È una criptovaluta basata su una blockchain gestita da un’associazione tra cui figura anche Facebook, l’artefice del progetto, insieme ad altri 27 soggetti del mondo finanziario.

Libra sarà garantita da una riserva composta da valute internazionali e titoli del debito, in modo da garantire una maggior stabilità del valore. In questo modo si candida a essere una valuta digitale globale, espressione dell’economia mondiale.

L’obiettivo è creare un sistema finanziario globale accessibile a tutti

Le differenze con Bitcoin

Bitcoin ha una blockchain decentralizzata, in cui tutti possono diventare nodi della rete, senza alcuna autorità centrale, mentre in Libra i nodi sono i membri dell’associazione e sono loro a gestire le regole della rete. Bitcoin si è dimostrato a oggi il sistema più sicuro per trasferire valore su internet: la sua blockchain non è mai stata hackerata.

Per i grandi colossi finanziari questa rivoluzione è un’opportunità, nel momento in cui Facebook diventa fornitore di servizi finanziari oltre che di una moneta è in possesso di una mole di dati che nessuno può eguagliare. Interessante capire ora come il regolatore sarà capace di fermare l’uomo che ha il controllo di fatto della vita privata di un terzo del Pianeta: 2,4 miliardi di persone già profondamente interconnesse tra loro da un ecosistema di applicazioni e servizi come WhatsApp e Instagram. E molte delle quali non hanno mai messo piede in banca e mai lo vorranno fare.

Draghi: economia più debole. La Bce rinvia l’aumento dei tassi e discute di un nuovo Qe

L’ economia europea si è indebolita nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno e questo giustifica una politica ultra-espansiva, tanto che la Bce evoca persino la ripresa del Qe. Lo ha detto Mario Draghi al termine della riunione del Consiglio direttivo. La Bce ha così rinviato l’aumento dei tassi di almeno sei mesi.

Non solo, ma in Consiglio si «è discusso di nuovi tagli dei tassi e di ripresa del Qe», il massiccio programma di acquisto titoli da 2.600 miliardi lanciato dalla Bce nel marzo 2015 e terminato a fine 2018.

Questo perché «i rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro restano orientati al ribasso per via delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti».

Il Consiglio si attende che i tassi di interesse si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno «fino alla prima metà del 2020» (il termine prima era stato fissato a fine 2019) e in ogni caso finché sarà necessario «per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine».

Draghi prepara nuovi stimoli: ripresa del Qe e taglio dei tassi

Mario Draghi ribadisce e rafforza: la Bce è pronta a intervenire con tutti gli strumenti a sua disposizione se l’inflazione resterà al di sotto degli obiettivi. Strumenti che includono nuovi acquisti di titoli di Stato, finanziamenti a basso costo alle banche e persino un taglio dei tassi di interesse.

«Il programma di acquisto di asset ha ancora uno spazio considerevole», ha detto il presidente della Bce a Sintra in Portogallo. «Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione». «In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo», ha aggiunto Draghi nel suo discorso.

PERCHÉ AL RIALZO DEI TASSI LE OBBLIGAZIONI PERDONO VALORE

Supponiamo di aver appena acquistato un’obbligazione che costa 100 (obbligazione ‘A’), dura un anno e riconosce un interesse dell’1%. Fra un anno noi ritireremo il nostro capitale pari a 100 e l’1% di interesse; per un ammontare pari a 101.

Supponiamo che un attimo dopo aver comprato l’obbligazione ‘A’, venissero alzati i tassi di interesse all’2% annuo. Ora se acquistassimo un’ipotetica obbligazione ‘B’ ritireremmo fra un’anno 100 più il 2%; per un ammontare pari a 102.

Se volessimo rivendere subito l’obbligazione ‘A’ non troveremmo nessuno che ce la compra restituendoci i 100 da noi pagati; la ragione è che dopo un anno incasserebbe 101 e quindi maturerebbe un interesse dell’1% quando ormai i tassi di interesse sono stati portati al 2%.

L’unico modo per rendere appetibile l’obbligazione ‘A’ sarà dargli il valore corretto abbassandogli il prezzo in modo che a scadenza renda il 2% che è il corrente tasso di interesse attuale.

Lasciatemi passare alcune semplificazioni.