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View di mercato 2023
Gli scenari dipinti per il 2023 dalle case d’investimento hanno tutti sullo sfondo l’elevata incertezza, cause: inattesa esplosione conflitto russo-ucraino, mal diagnosticata inflazione.
Il target dell’inflazione, dato dalle banche centrali, rimane il 2 per cento, valore molto lontano per vari motivi. Il primo è il differenziale fra il tasso centrale, che dovrebbe fermarsi al 3 per cento e l’inflazione generale ora stimata al 10%.
La BCE si aspetta i tassi al 4,23% a fine 2023
STATISTICAMENTE…
Oltre il 90% la probabilità di vedere una recessione in Europa.
Su oltre 13 cicli restrittivi della FED, 10 sono finiti in una recessione.
La Fed non ha mai abbassato l’inflazione del 4% o più senza innescare una recessione.
Non c’è mai stato un picco d’inflazione (<5%) che non sia sfociato in una recessione.
COSA FARE?
Rebus debito Usa
Quest’anno il Tesoro americano dovrà emettere, per finanziare la campagna di aiuti e di investimenti pubblici, ben 2.500 miliardi di dollari di titoli di Stato. Se gli acquisti mensili rimangono gli stessi del 2020 la Federal Reserve quest’anno ne acquisterà meno della metà!
Mentre in Europa la Bce accelera il passo degli acquisti, negli Stati Uniti si creerà dunque un potenziale squilibrio tra domanda e offerta.
È anche questo che sta facendo salire i rendimenti dei titoli di Stato Usa, passati da 0,91% a inizio anno fino a 1,74%.
Se la Fed non intende aumentare i suoi acquisti, chi comprerà questa montagna di bond in emissione? Fino a dove dovranno arrivare i rendimenti dei Treasuries per attirare gli investitori? E soprattutto: che impatto avrà questo sui mercati finanziari?
La vita è fatta di scelte.
La vita è fatta di scelte.
Tutti, prima o poi, ci troviamo di fronte a una decisione da prendere. Ogni decisione da prendere ci porta faccia a faccia con i nostri dubbi, con le nostre incertezze e con la paura di sbagliare.
Ricordo quanto sia importante dedicare del tempo ai propri investimenti e informarsi per avere un’idea, quantomeno generale, riguardo gli strumenti e i mercati finanziari di riferimento.
Iniziate a dedicare del tempo, in modo costante, alla gestione dei vostri risparmi. Dedicando la dovuta attenzione a questo aspetto le cose cambieranno.
Un accordo che fa storia
Un accordo che fa storia, RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership) è un accordo di libero scambio nella regione dell’Asia Pacifica tra i dieci stati dell’ASEAN (cioè Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam) e cinque dei loro partner di libero scambio: Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud. I 15 paesi membri rappresentano circa il 30% della popolazione mondiale e del PIL, rendendolo il più grande blocco commerciale.
Obama aveva avviato i negoziati per la definizione della TPP senza includere la Cina proprio per limitare l’influenza della Cina in Asia. La decisione di Trump di uscire dall’accordo ha lasciato un vuoto che la Cina è stata lieta di riempire, riformando l’accordo secondo quelle che erano le sue esigenze.
Dal duello presidenziale negli States ad un mondo più sostenibile
Recentemente abbiamo assistito al duello tra Donald Trump e Joe Biden.
Biden è il 46° presidente eletto degli Stati Uniti e al suo fianco ci sarà Kamala Harris, la prima vicepresidente donna della storia nordamericana.
Biden è riuscito ad aggiudicarsi i grandi elettori necessari per raggiungere il quorum, ma quel Senato ancora repubblicano impedirà al nuovo capo di stato di effettuare le politiche più aggressive soprattutto a livello fiscale nei confronti dei redditi più elevati e delle aziende.
Finanziariamente la situazione perfetta e più gradita per qualsivoglia listino, testimoniata dalla performance settimanale più importante da aprile scorso.
Pfizer lunedì 9 novembre annuncia di essere pronta a commercializzare un vaccino efficace contro il Covid-19.
Nel 2020 i tassi di default sono nettamente superiori alla somma di quelli dei due anni precedenti.
La prima azione dichiarata da parte di Biden è il rientro degli USA nell’accordo di Parigi del 2015, con un buon plauso da parte anche dell’ala moderata repubblicana.
Il suo impegno per la sostenibilità ambientale rappresenterà una sterzata forte rispetto alla politica del predecessore e porterà con sé investimenti molto forti indirizzati al rinnovo energetico a minor impatto ambientale.
Tale nuovo sforzo americano andrà a fare buona compagnia alle scelte green adottate dall’Europa ma soprattutto ai piani molto ambiziosi da parte della Cina, determinata ad assumere il ruolo di leader nella riduzione dell’impatto ambientale.
Le agende politiche, l’attenzione mediatica e gli sforzi di molti operatori del mercato finalmente vanno tutti nella stessa direzione posizionando la SOSTENIBILITÀ al centro di tutto.
Questa è una risposta alla domanda in merito a come investire nel prossimo futuro.
Covid e liquidità
I depositi sfiorano quota 1.700 miliardi. L’effetto pandemia, la deflazione e i tassi frenano gli investimenti.
Una tendenza che era già in atto e che è stata accelerata dal Covid-19. Stiamo parlando della propensione degli italiani ad aumentare la liquidità sui conti correnti. Le rilevazioni dell’Abi sui depositi bancari della clientela residente di settembre evidenziano un dato di 1.680 miliardi circa, in crescita di 120 miliardi rispetto a un anno prima e di quasi 200 miliardi sul settembre 2018.
La liquidità sta salendo per un aspetto psicologico, la gente non spende e non investe.
E se invece fosse proprio questo il momento migliore per investire?
La crisi covid-19
Non è la prima volta che assistiamo ad una crisi finanziarie è sicuramente la prima volta che vediamo una crisi di natura sanitaria. Nel 1918 la grande influenza spagnola aveva portato i mercati a scendere di oltre il 30%, in questi giorni la correzione dei mercati è addirittura superiore.
Durante la grande crisi finanziaria del 2008 (crisi dei subprime) l’entità della discesa è stata sicuramente importante, anche oggi ci troviamo in presenza di un mercato fortemente illiquido nel quale è importante mantenere una forte disciplina. È estremamente difficile vendere qualcosa se non con un grande sacrificio di prezzo, questo deve essere chiaro. Sarebbe come vendere la nostra casa domani mattina e pensare di realizzare un prezzo ragionevole rispetto al valore che la nostra casa effettivamente ha. Non è il momento di fare da soli e il momento di farsi assistere da professionisti.
Torniamo alla grande crisi finanziaria del 2008, in quell’anno c’è stato il blocco di un motore molto importante, il blocco del sistema bancario che aveva investito malamente e si è trovato senza più patrimonio. Sapevamo tutti che sarebbero serviti diversi anni per ricostituirlo è far ripartire l’economia mondiale.
Oggi ci troviamo in una situazione in cui la recessione sarà causata dal fatto che siamo costretti a rimanere in casa per un periodo di tempo affinché il virus rallenti il suo contagio. Il rimbalzo sarà oggettivamente diverso, più consistente. Sappiamo inoltre che per risolvere la crisi l’elemento più importante è la velocità con la quale le banche centrali e le autorità politiche risponderanno con strumenti di natura fiscale alla crisi, qui è stato fatto un grande lavoro basti pensare ai 700 miliardi della BCE a ai 700 e più miliardi schierati dalla Federal Reserve. Dal punto di vista delle manovre fiscali sono state ipotizzate delle grandi spese, la Germania metterà sul tavolo tantissimi soldi, gli Stati Uniti metteranno sul tavolo una manovra senza precedenti e lo stesso stanno facendo la Cina e tutti quei paesi contagiati.
Dobbiamo ipotizzare che avremo nel corso dei prossimi anni un percorso di tassi simili a quelli che abbiamo visto nel passato periodo vale a dire rendimenti pari a zero, sappiamo pertanto che i nostri portafogli per avere un minimo di rendimento dovranno avere per forza un contenuto maggiore di azionario. Questa potrebbe essere un’incredibile occasione per aumentare le posizioni azionarie.
Nessuno sa come andrà il futuro ma se prendiamo come esempio quello che sta succedendo in Cina possiamo essere ottimisti.
Continua a leggere “La crisi covid-19”Mercati e coronavirus
Corsa ai bund e lo spread vola
I titoli di Stato Tedeschi sono stati oggetto di un’ondata di acquisti: ad esempio i Bund tedeschi il cui rendimento è sceso ai minimi storici sotto la soglia di -0,80%. Questo crollo ha favorito il rialzo dello spread fino a un massimo di 230 punti perché andato di pari passo con forti vendite sui BTp. Scontando una dura recessione per effetto delle misure di quarantena il mercato ha venduto pesantemente i titoli italiani il cui rendimento è balzato fino a un massimo dell’1,4 per cento.
Il mondo sommerso da un mare di debiti
Nel terzo trimestre del 2019 il debito globale ha raggiunto i massimi storici
Tassi bassi e “credito facile” la prima causa.
Il debito globale aggiorna i livelli monstre in cui viaggia ormai da tempo. Siamo a 253mila miliardi di dollari, il 322% del Pil. Tanto in valori assoluti, quanto nel rapporto con il reddito mondiale, si tratta dei massimi di tutti i tempi.