L’ economia europea si è indebolita nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno e questo giustifica una politica ultra-espansiva, tanto che la Bce evoca persino la ripresa del Qe. Lo ha detto Mario Draghi al termine della riunione del Consiglio direttivo. La Bce ha così rinviato l’aumento dei tassi di almeno sei mesi.
Non solo, ma in Consiglio si «è discusso di nuovi tagli dei tassi e di ripresa del Qe», il massiccio programma di acquisto titoli da 2.600 miliardi lanciato dalla Bce nel marzo 2015 e terminato a fine 2018.
Questo perché «i rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro restano orientati al ribasso per via delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti».
Il Consiglio si attende che i tassi di interesse si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno «fino alla prima metà del 2020» (il termine prima era stato fissato a fine 2019) e in ogni caso finché sarà necessario «per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine».